Nella pratica didattica, soprattutto riferita agli anni del Covid e successivi, si osserva una progressiva involuzione, da parte degli studenti, nell’utilizzare la loro voce in modo consapevole e soprattutto chiaro, sia nella comunicazione quotidiana, sia nella lettura, sia nell’esposizione orale legata alle interrogazioni o a discussioni in classe.
La voce, in molti studenti, tende a sparire, a non volersi manifestare: le frasi sono frammentarie, le parole balbettate e confuse, il tono basso non consente la ricezione da parte dell’ascoltatore. Queste nuove generazioni parlano (o in alcuni casi “urlano”) solo in gruppo, in una situazione dove la voce del singolo è protetta dalle voci altrui e il senso generale del discorso si vanifica. I giovani sono circondati dal rumore e,soprattutto, da parole “rumorose”: i notiziari mitraglianti dei tele e radiogiornali, le conversazioni sempre interrotte dei talkshow, dove spesso la comunicazione è gridata, le interruzioni pubblicitarie di vario tipo, la musica proposta a volume molto alto. Sempre più spariscono i luoghi di confronto, di dialogo e di serena condivisione del vissuto fagocitati dai social media, in cui la comunicazione è virtuale, sottratta alla fisicità della presenza.
Un percorso che solleciti la consapevolezza nell’uso della propria specifica voce, finalizzato alla lettura di testi e alla ricerca del loro significato (la lettura è la prima delle interpretazioni, lo strumento attraverso il quale un testo diventa “vivo”) mi sembra un’opportunità significativa per giovani alla ricerca della loro specifica espressività, ma anche della loro identità: ogni voce è diversa, come diversa è ogni persona. Il percorso può favorire la conquista di una maggior sicurezza personale nel relazionarsi agli altri e nel gestire le proprie emozioni davanti ad un pubblico, facendo sì che la propria specifica voce, valorizzata, risuoni anche negli altri, attraverso testo proposto. La sparizione, o meglio la progressiva attenuazione della voce nei giovani, sembra corrispondere alla “sparizione di futuro” che caratterizza il nostro tempo.
Simbolicamente, aiutare i ragazzi a ritrovare la voce,è un atto dovuto per aiutarli a ri-disegnare il loro futuro.
Per questo è stato pensato un breve corso di educazione vocale con un esperto in classe.